Domenica 24 ottobre 2010, alle ore 15:30 in via Giannone, 10 a Milano si terrà la cerimonia dello scoprimento della targa per il 60mo anno di fondazione del Coro ANA di Milano.
Presenzierà il Presidente dell’ANA, Corrado Perona.
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Mettere assieme quattro parole per dire che in una domenica di ottobre verrà scoperta una targa in via Giannone, dedicata al Coro ANA di Milano dentro la turbolenta Chinatown milanese, pare facile ma, oggi, mettere sui muri simboli e targhe può creare alcuni problemi.
Gli epitaffi a ricordo “di” sono, una “messa al buio”, vuole ben dire, nel poker, aprire senza sapere quali carte la sorte ci metterà in mano, in poche parole cosa capiterà ai simboli appesi ai muri. Si appendono e si tolgono a seconda degli umori, diciamo pure di “menzogne”, volte a far essere ciò che non è.
Dentro il quartiere frenetico dei “carrelli blu” abbiamo trovato sui muri due targhe: una dedicata a Ho Chi Minh posta a ricordo dei suoi impegni internazionali del 1930 nella nostra città. L’altra, al maestro Pantaleon Perez Prado compositore e cantante. Il primo un rivoluzionario, primo ministro e presidente vietnamita, il secondo, la storia di un musicista dall’irrinunciabile ricerca di un motivo o suono oltre ogni sonorità.
Ecco dunque, dentro questa velocissima campionatura, stimolare il lettore a ripercorrere lo straordinario ordito messo assieme in tanti anni dal Coro ANA di Milano. La televisione ha sostituito le favole, ha tolto la parola ai racconti, la voce è stata sostituita dagli occhi. Al bimbo non rimarrà nulla da ricordare, tutto troppo veloce, ma anche per l’uomo non ci sarà domani perché le storie, i racconti, saranno sostituiti dal gemito delle carrucole sulla teleferica quotidiana. Ma noi, con spavalda passione racconteremo la breve favola dove s’annida benigna la potenzialità della musica.
Dunque: correva l’anno 1949, tre giovani, con poche lire in tasca, andavano il sabato sera “Al cantinun”, le vecchie cantine dal Verme in via Puccini a Milano: In quel locale, ma non solo in quello, si poteva cantare e bere un buon bicchiere di vino.
Oggi nella lunga agonia della città i riti corali della musica nei pubblici locali sono considerati schiamazzi.
I tre canterini erano: Giuliano Cavalletti, Salvatore Raia e Luigi Zoli. I tre, accompagnandosi con la chitarra cantavano. Ma ecco, a questo punto avvenne il magico incontro.
Un personaggio s’avvicinò ai tre congratulandosi per le belle voci chiedendo il permesso di sedersi al loro tavolo con Lucia (l’eterna fidanzata).
L’uomo si chiamava Mario Ponticelli. Sottotenente nelle “Compagnie Alpine del Genio” fu mandato in Albania. Alcuni anni dopo chiesi a Mario Ponticelli di scrivere qualcosa sulla nascita del Coro.
Era un “pallino” disse, che sin dal 1936 occupava la mia mente.
Sentivo un trasporto incontenibile per i canti della montagna e degli alpini, una voglia di cantarli coralmente. Ricordo bene, disse Mario, la prima volta che ascoltai per radio il Coro della SAT, da quel momento pensai a mettere assieme un coro.
Nel 1942 Mario Ponticelli rientrò in Italia e quando la guerra finalmente terminò, Mario scoprì che la sezione degli alpini si trovava in via Zebedia a Milano. Mettere assieme anche una decina di persone per fare un coro fu praticamente impossibile.
Il fortunato incontro con i tre canterini alle cantine Dal Verme fu proprio il “La” per la nascita del Coro. I quattro, anzi i cinque, perché Lucia De Checchi, friulana e dotata di buona voce, fu un elemento fondamentale per poter cantare, essendo l’unica voce del piccolo gruppo in grado di poter fare la melodie dei “primi”. I cinque quindi, andarono in cerca di una sede per provare ed anche per reclutare nuovi elementi.
Trovarono infine la prima sede, in via Giannone presso la Trattoria “Vecchio Visconteo” (già sede della Società Corale Palestrina). Un Coro deve avere anche un nome. Lo chiamarono “Fiamme Verdi” dalle mostrine degli alpini. Trovarono anche un uomo, un friulano, forse un poco più esperto degli altri in fatto di musica, lo chiamarono “Maestro”.
Lucio Faleschini divenne così il primo maestro del Coro. La prima riunione del Coro - data storica - avvenne il lunedì 14 novembre 1949. L’Associazione Nazionale Alpini della Sezione di Milano si accorse del Coro e, con una lettera, riconobbe ufficialmente che: “l’attività del corale risponde pienamente allo scopo fondamentale della Associazione…”. La prima esecuzione del Coro avvenne il 5 marzo 1950: Oratorio Sant’Ambrogio, nella piazza omonima, diventata in seguito la seconda sede del Coro.
Sessant’anni sono passati alla ricerca dell’accordo perfetto. La musica, pare, come opera creativa e come eseguibilità per l’uomo come una terra promessa. Difficile da trovare e irta di ostacoli.
Nel riavvolgere il gomitolo dei ricordi, pur nelle nebbie e nei cedimenti della memoria i personaggi di questa storia ci vengono incontro uno dopo l’altro, collegati dolcemente nello scorrere della vicenda fino ad oggi. Il ricordo e la storia di quel lungo cammino del Coro verrà ricordato il 24 ottobre alle ore 15,30 in via Giannone al numero 10 con lo scoprimento di una targa a ricordo del 60° anno di fondazione del Coro ANA di Milano.
Prima di concludere ci chiediamo: com’è la Milano d’oggi? E’ una città che cresce di giorno in giorno e si espande come una lava, invasa da giapponesi, africani, cileni, rumeni, cinesi: Milano è come una grossa pentola, come un calderone che ribolle tutto il giorno. La nascita del Coro avvenne sessant’anni or sono dentro la “Trattoria Vecchio Visconteo”.
Dove porremo la nostra targa troveremo senza sorprese: “La Trattoria Nuova Viscontea” gestita da cinesi, e alla destra del portone, dove sarà appeso il ricordo del nostro cammino musicale, un silenzioso e non tanto misterioso centro massaggi, anch’esso cinese.
Nei nostri ricordi lo scoprimento di una targa riporta alla mente la soglia del distacco terreno, i ricordi ci sorprenderanno nuovamente quasi a sdebitarsi con noi, sarà solo per un attimo La nostra stagionata famiglia canora festeggerà con caparbio ardore il 60° anniversario in collaborazione con la Fondazione Don Carlo Gnocchi con un inconsueto spettacolo musicale al teatro degli Arcimboldi di Milano il giorno 29 novembre di quest’anno.
Riprenderemo i vecchi e men vecchi “cantari” di vallata, i grandi “nutrimenti” dell’uomo: amore, casa, guerra patria allegria, tristezza e giovinezza. Saranno nostri ospiti altri artisti che si esibiranno con il Coro sul palcoscenico dell’Arcimboldi: Nanni Svampa,, Le mondine di Novi, Cesare Maestri racconterà le sue scalate, ci farà compagnia la figura del Beato don Gnocchi, e canteremo simbolicamente assieme “Stelutis alpinis” rivivremo la dolente e tragica ritirata di Russia attraverso immagini di repertorio. Questo straordinario spettacolo musicale inventato dal nostro Coro sarà presentato da il valido e garbato presentatore Paolo Limiti. Più che un commemorativo diletto la nostra vuol essere una testimonianza per ritrovare un senso per le cose, oggi che droga, sport e “tempo libero” sono degradati a noia.
Vi aspettiamo numerosi perché vorremo chiudere cantando questo nostro sessantesimo in vostra compagnia.
Massimo Marchesotti
Complimenti per la bella iniziativa della targa e anche per il blog! Un altro modo per potervi seguire... con molta nostalgia e più di un rimpianto!...
RispondiEliminaUn abbraccio a tutti, dal Magister al monsieru le President fino all'ultimo degli allievi in prova provvisori forse...
P. Ralf
Grazie per aver fatto un blog interessante
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