venerdì 1 ottobre 2010

Parlando di Ninna Nanne

Alla voce Ninna Nanna (canto) di Wikipedia viene riportato che: "Una ninna nanna è una melodia rasserenante che viene cantata ai bambini per farli addormentare. L'idea alla base della ninna nanna è che un canto eseguito da una voce familiare induce i bambini ad addormentarsi. (...)

Ninna nanne si trovano nella cultura popolare di tutti i popoli. (...)
La Commissione Europea ha creato il progetto Lullabies of Europe per raccogliere tutte le ninna nanne nelle diverse lingue della Comunità per preservarne il patrimonio culturale."

Andando a leggere le finalità del progetto della Commissione Europea scopriamo che: "Ogni paese europeo ha la sua cultura di ninnananne ma questo progetto vi permette di attraversare lo spartiacque culturale e cantare e suonare altre meravigliose ninnananne nella vostra casa. 
Bambini molto piccoli che ascoltano queste canzoni, le ricorderanno quando incominceranno ad imparare lingue straniere. 
Studi sulle ninnananne dimostrano che la loro funzione non è soltanto quella di indurre un infante al sonno. Esse offrono ai bambini un’opportunità di crescita e di sviluppo e promuovono il rapporto affettivo tra genitori e figli."

Roberto Leydi ne' "I Canti Popolari italiani" edito da Mondadori nel 1973 scrive: "(...) questi canti non assolvevano soltanto al compito di quietare e addormentare i bambini, ma anche a quello di avviare il processo di inculturazione del nuovo nato (e inculturazione non soltanto musicale). 
Attraverso la ninna nanna, poi, era offerta alla donna un'occasione di sfogo non altrimenti possibile all'interno della società contadina tradizionale. Ciò spiega in parte perché tanto spes­so le ninne nanne, contro l'opinione corrente, non abbiano testi lieti e sereni e musicalmente si connotino come veri e propri lamenti,anche disperati (...)"


Giuseppe Vettori ne' "I Canti Popolari italiani" edito da Newton del 1975 scrive: "Cullando il bam­bino, la madre parla quindi talvolta della sua condizione di donna, og­getto della scelta altrui; oggetto di desiderio ma esposta al naturale destino di sedotta-abbandonata, con il matrimonio come unica possibile sistemazione da guadagnare con il silenzio, la rassegnazione alla miseria e alla sottomissione, la bravura nelle occupazioni femminili, la condanna ai lavori domestici e alla totale dedizione alla cura del bambino stesso (...)
In altri casi l'accento è posto soprattutto sulla miseria, sulla fame, sul necessario che manca. Quasi sempre, comunque, la ninnananna ha una funzione di istruzione del bambino, di accostamento ai costumi, ai valori, alla realtà della vita (...)"

Nella presentazione del canto "En co' de l'era" di Massimo Marchesotti: "Va tenuto presente che la ninna-nanna costituisce, dove è ancora in uso, il primo elemento dell'inculturazione musicale del bambino, che proprio dalla voce della madre apprende il patrimonio comunicativo che appartiene alla sua comunità e alla cultura del suo gruppo. 
E' stato più volte osservato che questo tipo di canto assolve in realtà una duplice funzione: addormentare il bambino e offrire alla madre un'occasione di sfogo.
Cogliendo l'occasione della ninna-nanna molto spesso la donna, che in una società di tipo patriarcale non ha altro modo di denunciare la sua situazione se non con il canto, dà sfogo ai suoi sentimenti che, dalla dolcezza, dalla tenerezza passano facilmente al lamento, ai suoi sogni svaniti, alle sue frustrazioni."

In ultima analisi, oggi la Ninna Nanna viene riconosciuta come mezzo pedagogico educativo per lo sviluppo del bambino e della propria sfera affettiva. Ma non è sempre stato così o meglio non è sempre e solo così. In origine la Ninna Nanna aveva ben altri scopi. 

Molte, se si ascolta attentamente, mantengono sia nei suoni sia nei testi proprio un senso di tristezza mista a rassegnazione, comunicando a tratti stati d'animo ben differenti da quelli di dolcezza e amore.

Una curiosità la riportiamo, liberamente estratta, dal Blog Materterra nel quale ci si interroga sull'origine del termine "Ninna Nanna" considerata una preghiera ad antiche divinità pagane di popolazioni Babilonesi e Sumere.

Tant'è che una nota leggenda sarda narra la storia di un certo "Nannai", proprietario di un carro talmente rumoroso da riprodurre il rumore dei tuoni. La leggenda è di uso comune tanto che ancora oggi, all'arrivo di un temporale si usa dire: "Si sta avvicinando il carro di Nannai".
In sardo antico con il termine "nannai" si identificavano i nonni e ancora attualmente è viva l'usanza di chiamare "Nonna" la madrina di battesimo.

Particolare il fatto che "Nannai" sia del tutto simile al nome di "Inanna"  che veniva considerata dai Sumeri "divinità delle acque e della luna". "Inanna" era anche la "divinità della fertilità e dell’amore passionale" che, portatrice del "carro della luna" (un carro proprio come quello di Nannai) e governatrice delle acque e della pioggia, è stata nel corso del tempo identificata con la babilonese "Ishtar" e la romana "Venere". 
In altri casi con "Diana" in altri ancora era la figlia del "Dio della luna" ovvero Sin (in babilonese) conosciuto anche come "Nanna" (in Sumero). 

Inanna, Nanna e Nannai quindi le divinità da cui potrebbe derivare il termine "Ninna Nanna". 
Una preghiera pagana a "Luna e Venere" per la protezione dei bambini che nel tempo si è trasformata nella forma a noi tutti nota di melodia rasserenante per la buona notte.

Ivan Fozzer



1 commento:

  1. il tuo intervento, caro Ivan è preciso e contraddice la commissione europea la quale ci informa che la ninna-nanna è una "melodia rasserenante". Mi pare da quello che leggo, sfati il mito del dolce cullare e cantare per far addormentare il bimbo.

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