martedì 17 gennaio 2012

Corso di Musica Popolare con Massimo Marchesotti

L’interesse sempre maggiore per le ricerche dedicate alla cultura popolare che indaga attraverso la conoscenza della tradizione orale delle nostre regioni italiane e, considerata per molto tempo priva di impegno artistico, è un fenomeno relativamente recente.
Ciascuna regione dispone di un patrimonio inestimabile, caratterizzato da proprie cifre stilistiche, linguistiche, formali e musicali.
E’ in questa prospettiva che il Corso dedicato alla Cultura Popolare, propone un cammino che si snoda fra tradizione e innovazione, ovvero nel segno del recupero, tramite la raccolta e lo studio delle fonti di un corpus musicale che esprime una identità profonda del nostro territorio di appartenenza attraverso una rivalutazione e valorizzazione di questo tipo di cultura.

Il Corso, che inizierà a Febbraio per terminare a Maggio, è rivolto a tutti, non è necessario alcun prerequisito se non quello di aver voglia di cantare in gruppo in modo diverso, attingendo ad un patrimonio musicale e lessicale andato quasi perduto.
Gli incontri, a cadenza settimanale della durata di due ore ciascuno, sono suddivisi in una parte teorica
(esplorazione storica e sociale del contesto di riferimento, ascolto e analisi dei canti) e in una parte di repertorio, che consiste nell'apprendimento di canti della tradizione popolare a una o più voci.

CIRCOLO FILOLOGICO MILANESE
INFORMAZIONI ED ISCRIZIONI PRESSO LA SEGRETERIA
dal lunedì al venerdì ore 10-18
Le iscrizioni vanno effettuate entro 27/01/12



giovedì 5 gennaio 2012

MiBAC e il Coro ANA degli anni '50

Girovagando sul sito del  Ministero per i Beni e le Attività Culturali "MiBAC" ci si imbatte nell'Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi che in collaborazione con le Biblioteche Nazionali custodisce un gran numero di Beni Sonori e Audiovisivi.
Ci siamo imbattuti nel Catalogo Generale Parlophon 1958 contenente i 78 giri a quell'epoca a disposizione alla Carish di Milano. Anche quindi i primissimi 78 giri del Coro datati 1954/1955 e ne riportiamo un estratto qui nella foto.

Troviamo poi anche una piccola documentazione audio, 30 secondi ogni brano, delle primissime incisioni del coro. I primi due brani del 1954 sono Maria Giòana / Ciao Morinela e quindi del 1955 Soto la pergolada / Sai nèn perchè (al reggimento).


mercoledì 4 gennaio 2012

Ricerca dei canti popolari

Articolo di Tino Dalla Valle pubblicato su "Il Resto del Carlino" del 12/03/1983 
E chi conosce una canzone?
Ricerca dei canti popolari. Un patrimonio prezioso che va disperdendosi.

MILANO. Il canto popolare è finito? Sembra di sì, se si ascoltano certe sconsolate dichiarazioni di uno che se ne intende: Massimo Marchesotti, direttore del celebre coro dell'Associazione Nazionale Alpini di Milano. "Il canto popolare ha finito di esistere - dice Marchesotti - a causa dei mezzi di comunicazione di massa, finito l'isolamento delle vallate alpine od appenniniche, dei paesi lontani da Dio e dal mondo nella pianura padana, dalle risaie del vercellese alle marcite del delta; l'etere invaso da canzoncine popolari o sedicenti tali, vengono a mancare le stesse premesse per la nascita e lo sviluppo del canto autenticamente popolare, cioè frutto della vita quotidiana della gente più umile".

Sono venuto nello studio di Marchesotti, in una strada animata di negozi e commerci della Milano più attiva, credendo di trovare un musicista ed ho trovato invece un pittore di buone qualità, un pittore professionista che ha l'hobby della musica e la coltiva - dopo avere studiato al Conservatorio - dirigendo quel coro dell'ANA che dà concerti e incide dischi con una continuità invidiabile.

Solo nel 1982 nelle sue varie esibizioni pubbliche il coro ha avuto complessivamente 30-35 mila spettatori. Da ricordare il particolare il concerto dato il 29 luglio in piazza Maggiore a Bologna, sotto la famosa conchiglia.
"Da bambino cantavo in parrocchia - dice il maestro Marchesotti - alla Barona che allora era all'estrema periferia di Milano. Eravamo un gruppo di giovani piuttosto affiatati e siamo rimasti molto amici tanto che, nonostante le diverse temperie della vita, oggi dieci di noi sono ancora insieme in questo coro alpino; e ci siamo da oltre trent'anni. Io sono entrato nel 1955, ma già da prima avevo cominciato a raccogliere ed armonizzare canti popolari girando in Lombardia, sia in pianura che nelle valli, sino in Svizzera, in Valle d'Aosta, nel Veneto. Così ho potuto verificare personalmente l'osmosi di certi canti che passano da una regione all'altra, da un paese all'altro modificando di poco o nulla la melodia e soltanto qualche volta le parole".

Così, lei mi dice, c'è una continuità nei canti popolari al di qua e al di là delle Alpi?
"Certo, anche se non sempre e non in tutti i luoghi. Ma ad esempio, ci sono canti diffusi e raccolti in Svizzera come I cacciatori che sembra essere di origine lodigiana; Coglieremo un ramo di fior che certamente proviene dalla nostra Brianza; I giovanotti al sabato sera che è nato in alta Italia e per molte primavere ha risalito le vallate con i pastori e i mandriani lungo il sentiero dei castroni per raggiungere gli alpeggi di Coira e dell'Engadina oltre al passo dello Spluga. Anche E l'ha taglià i suoi biondi capelli che noi eseguiamo nella versione della Valtorta (Bergamo) è una canta popolare di origine arcaica diffusa in tutta l'Europa in varie lingue o dialetti. Io stesso ho raccolto in Val Trompia, nel bresciano Cara moglie di nuovo ti scrivo che è un breve drammatico ritratto della vita degli emigranti fuggiti dalla miseria del loro paese nativo per trovare lavoro in qualche località del centro e nord Europa."

Quali sono le sue ultime scoperte?
"Il muratore una sequenza di villotte raccolta non da me, ma da Franco Coggiola nel 1966 presso Vimodrone; Cara moglie già ricordata, Se passè da casa mia registrata nel 1974 in Val Rendena nel Trentino da una vecchietta di novant'anni ed En cò de l'éra (in cima all'aia) raccolta nel 1979 a Cigole, un paese della bassa bresciana. Tutti questi canti, armonizzati da me o da altri, sono entrati a far parte del repertorio del nostro coro che ora sta svolgendo anche una importante funzione didattica. Infatti, oltre ai 15-20 concerti che facciamo ogni anno ci sono numerose sedute studio presso varie scuole con lezioni sull'origine e la storia dei canti popolari e dimostrazioni sul modo di effettuare le prove, prima per sezioni poi tutto il coro unito. Aggiunga due serate ogni settimana per le prove e vedrà qual è l'impegno dei nostri coristi".

Mentre Marchesotti parla mi sembra di capire che il futuro del canto popolare non è poi così nero come lui ha detto all'inizio. Gli chiedo se proprio non ci sono speranze.
"Forse. La colpa è anche nostra se questo patrimonio va perduto. La struttura della società è cambiata, non so se meglio o peggio".