martedì 26 ottobre 2010

Nel sessantesimo di fondazione

Domenica scorsa, il 24 ottobre 2010, alla presenza delle massime cariche istituzionali dell'ANA, della sezione di Milano, di molti alpini e amici è stata scoperta una targa in via Giannone 10 a Milano che resterà a memoria di dove circa 60 anni fa il primo coro dell'Associazione Nazionale Alpini è stato fondato. Un giorno del mese di settembre del 1949 quattro ragazzi e una ragazza presso le Cantine Dal Verme decisero di mettere assieme un coro e scelsero il nome "Coro Fiamme Verdi" in onore agli alpini ai quali erano affiliati. Identificano poi nella Trattoria Vecchia Viscontea in via Giannone 10, già sede di un'altra realtà corale milanese, la propria sede. I fondatori furono Giuliano Cavalletti, Salvatore Raia, Luigi Zoli, Mario Ponticelli e Lucia De Cecchi. Viene quindi regolamentato il rapporto tra il Coro e l'Associazione Nazionale Alpini e la denominazione viene cambiata in Coro A.N.A. della sezione di Milano divenendo così anche ufficialmente il primo nucleo corale sotto l'egida dell'Associazione Nazionale degli Alpini. Dal novembre del 1952, inaugurata in via Vincenzo Monti 36 la sede dell'ANA sezione di Milano, il coro trova la propria collocazione definitiva che ancora oggi è anche la sede del coro.


mercoledì 20 ottobre 2010

1982: Serata della bontà con Luciano Tajoli

Servizio sulla Serata della bontà con Luciano Tajoli, Walter Chiari, Romano Battaglia, Giordano Rota, Coro ANA di Milano, Walter Chiari, Sante Palumbo al Teatro Nazionale di Milano nel 1982.

mercoledì 13 ottobre 2010

Concerto "Dove sei stato mio bell’Alpino?"

DOVE SEI STATO MIO BELL’ALPINO?
Concerto spettacolo benefico di "canti di montagna, di guerra, d'amore di lavoro".

Il Coro ANA di Milano nel 60° di fondazione è lieto di presentare lo spettacolo musicale benefico a favore della Fondazione Don Carlo Gnocchi dal titolo "Dove sei stato mio bell'alpino?" sottotitolo "Canti di montagna, di guerra, d'amore e di lavoro".

Lo spettacolo sarà condotto da PAOLO LIMITI il giorno 29 novembre 2010 alle ore 20:30 presso il Teatro degli Arcimboldi di Milano.

INGRESSO Platea 20 € + prevendita - Galleria 15 € + prevendita - Prevendita TicketOne - Ufficio stampa Tel. 0233605590
Associazione Nazionale Alpini Sez. di Milano - via V. Monti, 36 - Tel. 0248519720
Fondazione Don Carlo Gnocchi - P.le Morandi, 6 Milano - Tel. 0240308900

Dalla nascita del Coro ANA di Milano in un'alternanza di emozioni tra canti, filmati, immagini, recitazione, ospiti di enorme rilievo accompagneranno il coro nella presentazione dei temi della serata. Il celebre scalatore CESARE MAESTRI farà rivivere le sue avventure legate alla montagna. L'attore MASSIMO POGGIO interpreterà gli scritti dei soldati al fronte. Il celebre cantautore NANNI SVAMPA affronterà il tema del lavoro alternando le sue canzoni con quelle del coro. PAOLO LIMITI dedicherà particolare attenzione alla Fondazione Don Gnocchi e la sintonia del Beato Carlo Gnocchi con i suoi alpini. Lo spettacolo procederà, in terra di Russia con un monologo di MICHELE BOTTINI estrapolato dal celebre spettacolo "La notte che il nulla inghiottì la terra". Le MONDINE DI NOVI DI MODENA canteranno, alternandosi al Coro ANA di Milano, la vita e il lavoro nelle risaie. Sarà trattato il tema dell'emigrazione e, per finire e celebrare i 150 anni dell'Unità di Italia verranno eseguiti dei canti legati al risorgimento.

Siamo convinti che questo spettacolo musicale rappresenti una assoluta novità nell’ambito della cultura milanese e che meriti di essere sostenuto nel modo più ampio possibile da un pubblico che da sempre nutre particolare affetto per il Beato Carlo Gnocchi, gli alpini e il coro ANA della sez. di Milano.


Direttore Artistico Massimo Marchesotti
Regia di Marco Merlini

Conduce Paolo Limiti

con la partecipazione di
Coro ANA della Sezione di Milano
Nanni Svampa - cantautore
Giovanna - cantante
Coro delle Mondine di Novi
Angela Bonfitto - mezzo soprano
Cesare Maestri - scalatore
Massimo Poggio - attore
Michele Bottini - attore
Davide Baldi - musicista


Comunicato Stampa
Volantino




sabato 9 ottobre 2010

Intervistiamo: Paolo Ghioldi

Paolo Ghioldi, alpino, Presidente del Coro ANA di Milano dal 1997. Dopo il servizio militare, poco meno che trentenne entra a fare parte del coro sezionale e dieci anni più tardi ne ricoprire la carica più prestigiosa. Ogni alpino ricorda come è arrivato ad intraprendere questa avventura e ha la sua storia da raccontare. Come è avvenuto, nel suo caso, l’incontro con gli alpini e il coro ANA?

A casa mia, fin da piccolo, quasi tutte le domeniche con mamma, papà e fratello era un classico la gita fuori porta. La meta principale era Maccagno, località di villeggiatura sulla sponda lombarda dell’alto lago Maggiore. Qua la casa della nonna ci ospitava e numerose erano le gite in montagna, sia quelle appena alle spalle del paese, sia quelle più lontane in terra elvetica. L’alternativa a Maccagno era la gita in Grigna, al Pian dei Resinelli, alle Betulle, in Valtellina, in Val Vigezzo. Pertanto la montagna a casa mia era sempre elemento di grande interesse e godimento. Inoltre lo zio Paolo Re era un accademico del C.A.I. e pertanto con lui sia d’inverno che d’estate le gite in montagna erano un rituale. Don Luigi Re, fondatore della casa alpina di Motta, ero lo zio di mia mamma, pertanto tra Campodolcino e Motta eravamo di casa. Un altro mio zio, Carletto Re, è stato un grande scalatore, ha aperto una via lungo il Cervino. Inoltre i miei genitori adoravano i cori di montagna, una buona scorta di dischi, allora 78giri, erano spesso suonati sul grammofono di casa. Le canzoni le ho imparate quasi tutte, la mia mamma me le cantava anche come ninna nanna, le abbiamo cantate in pullman andando in gita, le abbiamo cantate sui tornanti in macchina per evitare spiacevoli episodi a causa delle curve. Insomma la montagna a casa mia non mancava mai, anche se abitavamo a Milano in Foro Bonaparte. Con questa overdose di montagna non potevo che desiderare di andare alla leva nelle truppe alpine. E infatti sono riuscito a farmi mandare prima a Merano per il C.A.R. e poi a Silandro, nell’Art. da Montagna, servente al pezzo. Terminata la Naja nel 1978 ero talmente saturo di montagna, neve, freddo, muli, divisa, guardie che proprio non volevo più sentire. Però al cuor non si comanda … e ho ricominciato a frequentare le vette e la voglia di coro, la voglia di alpinità bussava regolarmente nel mio intimo. La zia Anna, che abitava in via Mac Mahon, mi parlò allora di un signore che lavorava c/o la drogheria dove andava a far la spesa, un certo … Giuseppe Farina, lo conosci? Il quale cantava in un coro milanese. Me lo presentò, ci parlammo e, detto fatto, la sera successiva ero al cospetto dello “stato maggiore” del Coro A.N.A. di Milano a provare la voce. Da qua l’assunzione nel coro nel settore dei baritoni, era l’Ottobre 1981, 29 anni fa.

La manifestazione alla quale universalmente siamo più legati è senza dubbio l’annuale Adunata Nazionale. Chiunque (in attesa della successiva) ne ricorda una più caramente di altre. Quale è stata la sua prima Adunata e quale oggi ricorda tra le altre e perché?

La mia prima Adunata fu nel Maggio del 1982 a Bologna. La prima, dicevo e pertanto quella che non scorderò mai. Non avevo proprio idea di cosa potesse essere l’Adunata degli Alpini. Devo dire che me la sono goduta in un modo fin quasi morboso, non ne volevo sapere di tornare a casa, è stato troppo bello, difficile da spiegare le emozioni e le sensazioni che si possono provare in un’occasione come quella.

Essere Presidente di un coro e riuscire a fare combaciare questo con la propria attività lavorativa non deve essere facile. Nel corso degli anni, ha avuto merito di prendere parte attiva nella realizzazione per il Coro di diversi eventi, spettacoli, tournee all’estero. La sua professione è proprio in questo ambito, quanto è impegnativo riuscire a portare a compimento eventi del genere? Quali le difficoltà maggiori?

Essere presidente del Coro A.N.A. di Milano è un onore grande per me. Quando mi è stata ventilata questa ipotesi devo dirti che un lieve “mancamento” c’è stato. Poi supportato alla grande dal maestro e amico Massimo Marchesotti, veterano del gruppo, ho cominciato la mia avventura con entusiasmo e dedizione. Organizzare eventi per il coro … direi che la questione ha 2 aspetti. Uno estremamente semplice, arriva al coro l’invito per un concerto, si definiscono le regole per l’ottimizzazione dello stesso, il gioco è fatto. Quando però devi partire con l’organizzazione di un evento come quello che ci ha portato circa 10 anni or sono in Canada e Stati Uniti, oppure 2 anni fa in Australia … beh la questione si fa’ molto più spessa. Non è tanto l’organizzazione del viaggio, anzi quella è la mia quotidianità in quanto, come ricordavi tu, si tratta della mia attività lavorativa. Il problema grosso è la ricerca degli sponsor, la ricerca del supporto economico, che ci permetta di arrivare alla meta senza far spendere 1 solo euro al corista, questa è la nostra mission, la tournee si fa’ ma il corista non deve avere costi. Le istituzioni socio/politiche italiane se una volta erano forse più generose, ora non lasciano intravede un euro. Le regioni autonome italiane riescono spesso ad elargire quattrini per i loro cori, bande, fanfare in occasione delle loro tournee. In Lombardia purtroppo gli enti locali hanno interessi di tutt’altra natura che non supportare un coro all’estero. Pertanto si tenta di andare a bussare alle porte amiche, ossia in aziende, banche, associazioni, enti vari dove hai un referente di tua conoscenza al quale tentare di comunicare la filosofia del perché del nostro batter cassa. La fortuna poi arride agli intrepidi e grazie alla generosità di tanti amici siamo sempre riusciti a finalizzare le nostre aspettative di viaggi, organizzando tournee di grande prestigio.

Qual è la prima cosa che le viene in mente se dico: "Coro A.N.A. Milano"?

Il gruppo, la amalgama che ci lega, l’amore per la stessa unica cosa, il canto, che da 61anni, circa 45 persone condividono e senza interruzioni portano avanti con dedizione e grande professionalità. Queste persone che 2 volte alla settimana si trovano per le prove, 11 mesi all’anno, dedicando gratuitamente il loro tempo libero al canto. Le trasferte, i concerti, le messe, i momenti associativi che ci chiamano e dove puntualmente arriviamo con grande passione e gioia. Passione e gioia che il nostro grande maestro Massimo Marchesotti da una vita trasmette a tutti noi. Sono assai grato al nostro maestro per il suo enorme contributo che quotidianamente dona per il bene del coro. Lo ricordo sempre con grandissima stima e tanto affetto!


giovedì 7 ottobre 2010

Una mostra a fumetti su don Gnocchi, a Milano

da ANA.it :

Venerdì 8 ottobre alle ore 18, in occasione del primo anniversario della beatificazione di don Carlo Gnocchi, sarà inaugurata all’Istituto “Gonzaga” di Milano (in via Vitruvio, 41), la mostra a fumetti “Don Carlo Gnocchi amico dei ragazzi”, che rimarrà aperta per tutto il mese di ottobre. Curatori della mostra sono Emanuele Brambilla, Roberto Cottini e don Antonio Tarzia. L’autore delle tavole esposte (con testi di Beppe Ramello) è Sergio Toppi, uno dei maestri del fumetto in Italia, che aveva illustrato nel 2007, in un fascicolo intitolato “Una vita spesa per gli altri” e allegato a "Il Giornalino", la biografia di don Gnocchi, riscuotendo un grandissimo successo tra i ragazzi. All’inaugurazione interverrà, tra gli altri, il Coro ANA di Milano. L’iniziativa è promossa dalla Fondazione Don Gnocchi, dall’Istituto “Gonzaga” e dalla rivista Jesus, con il patrocinio dell’Assessorato alla Famiglia, Scuola e Politiche Sociali del Comune di Milano e il sostegno della Fondazione Guido Muratti, di Radio Vaticana e Telenova. La prenotazione delle visite alla mostra (aperta dalle ore 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 16.30) per gruppi e scolaresche si effettua presso la segreteria dell’Istituto “Gonzaga” (tel. 02-66.93.141 – fax 02-66.93.145).

Scarica il programma



lunedì 4 ottobre 2010

Storie e racconti cantati

fonte: sito web Opera San Francesco

Insieme a San Francesco oggi: eventi e iniziative per ricordare il Santo. Una settimana ricca di appuntamenti per l'iniziativa Insieme a San Francesco oggi 2010 volta a ricordare il Santo Patrono di OSF. Aprirà il programma martedì 5 ottobre alle ore 21.00 il Concerto "Storie e racconti cantati - Un viaggio dentro la musica popolare" organizzato presso la Chiesa del Sacro Cuore in Viale Piave 2 a Milano. Il concerto sarà tenuto dal coro ANA di Milano, l'Associazione Nazionale Alpini, che proporrà i canti popolari più celebri del suo repertorio. Venerdì 8 ottobre alle ore 18.00, presso l'Auditorium di OSF in Via Kramer 5 a Milano, sarà invece presentata la mostra fotografica "Naufragi. Itinerario tra disagio e speranza". La mostra esporrà i lavori di Francesco Cocco, uno dei fotografi più attenti e sensibili alle tematiche della povertà e dell'emarginazione sociale, che ha immortalato, attraverso il suo obiettivo, gesti quotidiani e espressioni dei poveri che ogni giorno si rivolgono a OSF. Una sezione della mostra sarà dedicata ai lavori dei finalisti del Concorso video-fotografico "Rinascere Uomo" indetto lo scorso anno in occasione del 50° anniversario di Opera San Francesco. La mostra si terrà nel Chiostro del Convento dei Cappuccini in Viale Piave 2 a Milano e resterà aperta dal 9 al 24 ottobre nei seguenti orari: da martedì a sabato 14,30-18,30 e domenica 10-13 / 14,30-18,30. Ingresso libero. A conclusione del calendario degli eventi verrà celebrata sabato 9 ottobre alle ore 18.00 presso la Chiesa del Sacro Cuore la Santa Messa Solenne in onore del Santo di Assisi.

Scarica la locandina



venerdì 1 ottobre 2010

Parlando di Ninna Nanne

Alla voce Ninna Nanna (canto) di Wikipedia viene riportato che: "Una ninna nanna è una melodia rasserenante che viene cantata ai bambini per farli addormentare. L'idea alla base della ninna nanna è che un canto eseguito da una voce familiare induce i bambini ad addormentarsi. (...)

Ninna nanne si trovano nella cultura popolare di tutti i popoli. (...)
La Commissione Europea ha creato il progetto Lullabies of Europe per raccogliere tutte le ninna nanne nelle diverse lingue della Comunità per preservarne il patrimonio culturale."

Andando a leggere le finalità del progetto della Commissione Europea scopriamo che: "Ogni paese europeo ha la sua cultura di ninnananne ma questo progetto vi permette di attraversare lo spartiacque culturale e cantare e suonare altre meravigliose ninnananne nella vostra casa. 
Bambini molto piccoli che ascoltano queste canzoni, le ricorderanno quando incominceranno ad imparare lingue straniere. 
Studi sulle ninnananne dimostrano che la loro funzione non è soltanto quella di indurre un infante al sonno. Esse offrono ai bambini un’opportunità di crescita e di sviluppo e promuovono il rapporto affettivo tra genitori e figli."

Roberto Leydi ne' "I Canti Popolari italiani" edito da Mondadori nel 1973 scrive: "(...) questi canti non assolvevano soltanto al compito di quietare e addormentare i bambini, ma anche a quello di avviare il processo di inculturazione del nuovo nato (e inculturazione non soltanto musicale). 
Attraverso la ninna nanna, poi, era offerta alla donna un'occasione di sfogo non altrimenti possibile all'interno della società contadina tradizionale. Ciò spiega in parte perché tanto spes­so le ninne nanne, contro l'opinione corrente, non abbiano testi lieti e sereni e musicalmente si connotino come veri e propri lamenti,anche disperati (...)"


Giuseppe Vettori ne' "I Canti Popolari italiani" edito da Newton del 1975 scrive: "Cullando il bam­bino, la madre parla quindi talvolta della sua condizione di donna, og­getto della scelta altrui; oggetto di desiderio ma esposta al naturale destino di sedotta-abbandonata, con il matrimonio come unica possibile sistemazione da guadagnare con il silenzio, la rassegnazione alla miseria e alla sottomissione, la bravura nelle occupazioni femminili, la condanna ai lavori domestici e alla totale dedizione alla cura del bambino stesso (...)
In altri casi l'accento è posto soprattutto sulla miseria, sulla fame, sul necessario che manca. Quasi sempre, comunque, la ninnananna ha una funzione di istruzione del bambino, di accostamento ai costumi, ai valori, alla realtà della vita (...)"

Nella presentazione del canto "En co' de l'era" di Massimo Marchesotti: "Va tenuto presente che la ninna-nanna costituisce, dove è ancora in uso, il primo elemento dell'inculturazione musicale del bambino, che proprio dalla voce della madre apprende il patrimonio comunicativo che appartiene alla sua comunità e alla cultura del suo gruppo. 
E' stato più volte osservato che questo tipo di canto assolve in realtà una duplice funzione: addormentare il bambino e offrire alla madre un'occasione di sfogo.
Cogliendo l'occasione della ninna-nanna molto spesso la donna, che in una società di tipo patriarcale non ha altro modo di denunciare la sua situazione se non con il canto, dà sfogo ai suoi sentimenti che, dalla dolcezza, dalla tenerezza passano facilmente al lamento, ai suoi sogni svaniti, alle sue frustrazioni."

In ultima analisi, oggi la Ninna Nanna viene riconosciuta come mezzo pedagogico educativo per lo sviluppo del bambino e della propria sfera affettiva. Ma non è sempre stato così o meglio non è sempre e solo così. In origine la Ninna Nanna aveva ben altri scopi. 

Molte, se si ascolta attentamente, mantengono sia nei suoni sia nei testi proprio un senso di tristezza mista a rassegnazione, comunicando a tratti stati d'animo ben differenti da quelli di dolcezza e amore.

Una curiosità la riportiamo, liberamente estratta, dal Blog Materterra nel quale ci si interroga sull'origine del termine "Ninna Nanna" considerata una preghiera ad antiche divinità pagane di popolazioni Babilonesi e Sumere.

Tant'è che una nota leggenda sarda narra la storia di un certo "Nannai", proprietario di un carro talmente rumoroso da riprodurre il rumore dei tuoni. La leggenda è di uso comune tanto che ancora oggi, all'arrivo di un temporale si usa dire: "Si sta avvicinando il carro di Nannai".
In sardo antico con il termine "nannai" si identificavano i nonni e ancora attualmente è viva l'usanza di chiamare "Nonna" la madrina di battesimo.

Particolare il fatto che "Nannai" sia del tutto simile al nome di "Inanna"  che veniva considerata dai Sumeri "divinità delle acque e della luna". "Inanna" era anche la "divinità della fertilità e dell’amore passionale" che, portatrice del "carro della luna" (un carro proprio come quello di Nannai) e governatrice delle acque e della pioggia, è stata nel corso del tempo identificata con la babilonese "Ishtar" e la romana "Venere". 
In altri casi con "Diana" in altri ancora era la figlia del "Dio della luna" ovvero Sin (in babilonese) conosciuto anche come "Nanna" (in Sumero). 

Inanna, Nanna e Nannai quindi le divinità da cui potrebbe derivare il termine "Ninna Nanna". 
Una preghiera pagana a "Luna e Venere" per la protezione dei bambini che nel tempo si è trasformata nella forma a noi tutti nota di melodia rasserenante per la buona notte.

Ivan Fozzer